“Nel calcio è pieno di coppie gay finti matrimoni e false fidanzate”: il tabù dietro le rivelazioni di Marcus Urban

Marcus Urban, nato il 4 agosto 1971 nella ex Germania dell’Est, ha fatto la storia del calcio tedesco non solo per le sue prestazioni sportive, ma soprattutto per essere stato il primo calciatore professionista maschio del paese a dichiararsi apertamente omosessuale. La sua carriera, che lo ha visto rappresentare la nazionale giovanile della Repubblica Democratica Tedesca tra il 1986 e il 1989 e militare nel Rot-Weiß Erfurt in seconda divisione, si è conclusa prematuramente nei primi anni ‘90. Solo nel 2007, sedici anni dopo aver appeso le scarpe al chiodo, Urban ha trovato il coraggio di fare coming out pubblicamente, diventando un punto di riferimento per la comunità LGBTQ+ nel mondo del calcio.
Oggi, a 54 anni, Urban continua la sua battaglia contro l’omofobia nel calcio e le sue recenti dichiarazioni hanno scosso l’ambiente sportivo europeo. Nel libro Mensch Fußballstar (Human Football Star), in uscita il 18 agosto in Germania e curato dal giornalista svizzero Andreas Boni, l’ex calciatore ha rivelato dettagli inquietanti su quello che definisce “un vero e proprio business del mascheramento” nel calcio professionistico.
Il sistema delle copertureLe rivelazioni di Urban, anticipate dalla Bild, dipingono un quadro complesso e nascosto del calcio moderno. “Ci sono iniziative imprenditoriali all’interno del ‘calcio gay organizzato’”, ha dichiarato l’ex centrocampista. “Si organizzano false fidanzate, si combinano finti matrimoni. Allo stesso tempo, ci sono agenzie che organizzano incontri sessuali. Anche in questo caso guadagnano bene”. Un sistema strutturato che coinvolge non solo i calciatori, ma anche i loro rappresentanti: “Ma a volte anche gli agenti dei giocatori organizzano questo per i loro clienti e poi hanno in pugno i giocatori”.

L’esistenza di queste agenzie specializzate rivela la pressione sociale che ancora oggi grava sui calciatori omosessuali. Urban sostiene che esistono “coppie gay nella Bundesliga, e sono molto carine e simpatiche”, aggiungendo con speranza: “Forse arriverà il giorno in cui faranno coming out”.
Le cause del silenzioContrariamente a quanto si potrebbe pensare, secondo Urban il problema non risiede più nell’atteggiamento dei media o dei tifosi. “Si diceva che i media e i tifosi fossero responsabili del fatto che nessuno si facesse avanti”, spiega. “Penso che oggi siano solo le paure dei giocatori e delle persone che li circondano a impedirlo, almeno da dove veniamo noi, nel cuore dell’Europa”. La sua analisi è netta: “Penso che quasi tutti i media li sosterrebbero. Credo anche onestamente che i tifosi non siano più il problema. Nemmeno i club lo sono”.
Il vero ostacolo, secondo Urban, è rappresentato dal “clima interno” al calcio: “Oggigiorno è più una questione di ambiente interno al calcio”. L’ex calciatore racconta di un tentativo fallito di coming out collettivo: “Avevamo programmato un giorno di coming out il 17 maggio 2024 (Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, ndr). Alla fine, nessuno ha osato farlo”. La causa? “Ci sono ancora troppe persone intorno a loro che li hanno sconsigliati. Avvocati, consulenti, familiari: persone che si crogiolano nei loro soldi e nella loro fama e proiettano la loro falsa preoccupazione e le loro paure sui giocatori”.
Un fenomeno europeoLe rivelazioni di Urban non si limitano alla Germania. L’ex calciatore allude a situazioni simili in altri paesi europei, confermando che il fenomeno del nascondimento dell’orientamento sessuale nel calcio professionistico è diffuso a livello continentale. La pressione economica e sociale che grava sui calciatori moderni, spesso multi-milionari e sotto i riflettori mediatici costanti, crea un ambiente dove la libertà personale viene sacrificata sull’altare dell’immagine pubblica.
Il libro Mensch Fußballstar, che include anche interventi di figure di spicco come Gianni Infantino e Lothar Matthäus, promette di affrontare temi spinosi e tabù del calcio moderno. Le dichiarazioni di Urban rappresentano solo una parte di un quadro più ampio che il mondo del calcio sembra ancora riluttante ad affrontare apertamente. Nonostante i progressi degli ultimi decenni e le campagne di inclusione promosse dalle principali federazioni calcistiche, le parole di Urban dimostrano che la strada verso una piena accettazione dell’omosessualità nel calcio maschile è ancora lunga e complessa.
Luce